BLINDSIGHT di Massimo Croce e Alessandro Ruzzier Stiamo vivendo un momento storico in cui c'è un maggiore interesse per tutto ciò² che appartiene al passato che ci coinvolge in una ossessione collettiva al memorizzare e conservare. Scienza e futuro sono percepiti come luoghi di paura e totale diffidenza. La fantascienza, esercizio di pensiero in cui le scoperte della scienza, le nuove teorie, i mondi possibili, danno libero sfogo a una visione di un futuro migliore, non ha quasi più nulla da dirci. Nessuno nega, come sottolinea Huxley nel suo romanzo "Il mondo nuovo" , che quello odierno sia il più brutto dei mondi possibili, dato che è giunto al punto di potersi autodistruggere, ma proprio per questo motivo è necessario, piuttosto che rifugiarsi in un passato che in quanto tale non può più essere, spingere all'estremo l'acceleratore e ricominciare ad inventare, immaginandolo, un modo per realizzare un futuro. Blindsight è una performance che, attraverso la manipolazione dei suoni originali delle prime missioni spaziali degli anni '60, vuole costruire un'immagine impossibile; questo se per immagine intendiamo ciò che implica l'utilizzo degli occhi. Le potenzialità  del suono nel descrivere morfologie, spazi, istanze emotive e psichiche sono alla base di questo progetto che è stato concepito e realizzato appositamente per l'apertura della rassegna di arte contemporanea 12.13

copyright2012 Giulia Iacolutti - http://www.alessandroruzzier.it/

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